Bere il caffè al mattino presto: perché può essere una cattiva abitudine

Spesso consumato come primo gesto della giornata, il caffè mattutino è da molti considerato un vero e proprio rituale. Tuttavia, abituarsi a bere il caffè appena svegli può essere meno salutare di quanto si pensi, soprattutto se assunto a stomaco vuoto o nelle prime ore del mattino. Recenti studi e pareri di esperti suggeriscono che questa pratica, se reiterata nel tempo, potrebbe avere riflessi non trascurabili sul nostro benessere fisico e mentale.

Interferenze con il ritmo ormonale naturale

Al risveglio il nostro organismo attraversa una particolare fase biologica: i livelli di cortisolo, l’ormone dello stress essenziale per l’energia, la concentrazione e la regolazione del metabolismo, raggiungono il loro picco massimo. Nel momento in cui si introduce la caffeina proprio durante questo picco, si rischia di interferire con la fisiologica produzione ormonale. Diversi esperti sottolineano che bere il caffè troppo presto, ad esempio prima delle 9:30, può comportare una stimolazione eccessiva delle ghiandole surrenali, inducendo una situazione di stress non necessaria per il corpo .

Il cortisolo viene infatti prodotto in modo naturale nelle prime ore della giornata attraverso un meccanismo regolato dall’asse ipotalamo-ipofisi-surrene. Se la caffeina viene assunta costantemente durante questo periodo, con il tempo può spingere l’organismo a ridurre la produzione endogena dell’ormone e a dipendere maggiormente dagli effetti stimolanti del caffè . Questa sostituzione dell’azione della caffeina nei confronti del cortisolo può favorire un vero stato di dipendenza dal caffè e, nelle persone predisposte, conduce ad aumentare gradualmente il consumo con i relativi rischi per la salute.

Effetti sul metabolismo e la regolazione glicemica

Un altro aspetto poco noto riguarda l’interferenza della caffeina sulla regolazione del glucosio. Studi scientifici indicano che l’assunzione di caffè subito dopo il risveglio può influire negativamente sul metabolismo degli zuccheri, elevando la glicemia in risposta a pasti successivi . Questo fenomeno è particolarmente rilevante perché la mattina molti individui sono fisiologicamente più sensibili all’aumento dei livelli di zucchero nel sangue.

Un recente studio universitario, che ha coinvolto donne e uomini adulti, ha mostrato che la caffeina assunta nelle prime ore del giorno può ridurre la tolleranza al glucosio, rappresentando un potenziale rischio per chi soffre di sindrome metabolica o predisposizione al diabete . Questo dato suggerisce che, per preservare l’equilibrio metabolico, sia preferibile posticipare il caffè di almeno 1-2 ore dal risveglio, magari prediligendo la colazione come momento d’intervallo.

Effetti gastrointestinali e rischi per l’apparato digerente

L’abitudine di bere caffè a stomaco vuoto può avere effetti anche sulla salute dell’apparato digerente. Nonostante non vi siano evidenze di reali danni alla mucosa gastrica nei soggetti sani, diversi specialisti mettono in guardia sul fatto che, per molte persone, il caffè consumato senza mangiare possa scatenare senso di disagio, acidità e gonfiore .

La caffeina stimola la produzione di acido cloridrico nello stomaco che, a digiuno, può provocare fastidi, bruciori ed alterazioni della flora batterica intestinale . Questo può tradursi in disturbi come gonfiore addominale, alterazioni della digestione e talvolta problemi di regolarità intestinale. In soggetti predisposti, soprattutto chi soffre di gastrite o reflusso gastroesofageo, l’irritazione può risultare ancora più marcata e influire negativamente sulla qualità della giornata.

Abitudine, dipendenza e salute psicofisica

L’immediato effetto energizzante del caffè al mattino non va tuttavia confuso con un reale beneficio a lungo termine. Gli esperti di scienza dell’alimentazione sottolineano che l’assunzione regolare di caffeina appena svegli crea una sorta di “assoziatività comportamentale”: laddove il cervello si abitua a ricevere una dose di caffeina nello stesso momento ogni giorno, l’effetto stimolante tende a diminuire, inducendo il soggetto ad aumentare le quantità assunte .

Si instaura così un circolo vizioso: il corpo, producendo meno cortisolo, ricerca lo “slancio” energetico nella caffeina. In assenza di caffè molti avvertiranno calo dell’attenzione, stanchezza e irritabilità, veri e propri sintomi di astinenza. Questo alimenta una dipendenza psicofisica che rafforza l’abitudine, con le possibili conseguenze di aumentato consumo, nervosismo, tachicardia e insonnia.

  • Alterazione dei ritmi circadiani: il caffè mattutino anticipato disturba il naturale ritmo sonno-veglia accentuando il rischio di affaticamento mentale durante la giornata.
  • Effetti ansiosi: l’aumento dei livelli di cortisolo in concomitanza con la caffeina eleva il rischio di stati ansiosi, tremori e inquietudine, soprattutto negli individui sensibili.
  • Rischio di sovra-stimolazione: un eccesso di caffeina compromette la funzionalità cardiaca (palpitazioni, aritmie) e il benessere neurologico.

Consigli pratici e alternative più salutari

Per limitare i possibili effetti negativi, è raccomandabile evitare il caffè come primo gesto del mattino. Attendere almeno un’ora dal risveglio consente all’organismo di sfruttare al meglio la sua naturale energia.

  • Consumare una colazione bilanciata prima o insieme al caffè per attenuare l’effetto irritante sulla mucosa gastrica e contribuire alla regolazione della glicemia.
  • Sostituire, occasionalmente, il caffè con bevande alternative come tè verde, infusi o semplicemente acqua tiepida e limone, soprattutto nei periodi di particolare stress o affaticamento digestivo.
  • Bere il caffè verso metà mattina (tra le 9:30 e le 11:00), quando i livelli di cortisolo calano fisiologicamente, può garantire una reale ricarica di energia, evitando il rischio di assuefazione o dipendenza.

In conclusione, spostare l’assunzione del caffè a dopo la colazione o nelle ore successive al risveglio si conferma, secondo recenti evidenze scientifiche, una scelta migliore per supportare equilibrio energetico, salute metabolica e digestiva, oltre che per prevenire gli effetti indesiderati della caffeina.

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